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opportunità di Tirocinio di buiatria in Italia

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28/Gen/2024


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Per un giovane veterinario che aspira a specializzarsi nell’ambito dell’allevamento bovino da latte, un periodo di tirocinio o praticantato è un passo fondamentale verso la costruzione di una solida base di conoscenze e competenze pratiche. In questo articolo, esploreremo l’importanza che assume un periodo di formazione pratica in allevamento bovino da latte per i giovani professionisti veterinari e come questo possa contribuire al loro successo e sviluppo professionale.

Apprendimento sul Campo

Un periodo di tirocinio o praticantato in allevamento bovino da latte offre ai giovani veterinari l’opportunità di apprendere direttamente sul campo, acquisendo competenze pratiche e conoscenze specifiche legate alla cura e alla gestione del bestiame. Durante il tirocinio, i giovani professionisti possono essere esposti a una vasta gamma di situazioni e problemi reali che si verificano nell’allevamento, consentendo loro di sviluppare capacità di problem-solving e decision-making indispensabili per la pratica veterinaria.

Acquisizione di Competenze Specializzate

Lavorare direttamente con bovine da latte durante il tirocinio permette ai giovani veterinari di acquisire competenze specializzate nel campo della salute e del benessere animale, nella riproduzione, nella nutrizione e nella gestione sanitaria del bestiame. Attraverso l’osservazione e l’assistenza a procedure veterinarie, come le visite preventive, le vaccinazioni, gli esami clinici e le cure mediche, i praticanti possono sviluppare una comprensione approfondita delle esigenze specifiche delle bovine da latte e delle migliori pratiche per garantire il loro benessere.

Mentorship e Guida da Parte di Veterinari Esperti

Durante il tirocinio, i giovani veterinari possono beneficiare della guida e del mentorship da parte di veterinari esperti che hanno una vasta esperienza nell’allevamento bovino da latte. Questi mentor possono condividere le proprie conoscenze, fornire consigli pratici e offrire supporto nell’affrontare le sfide quotidiane dell’allevamento. Questa interazione diretta con professionisti esperti è preziosa per la crescita professionale e personale dei praticanti, fornendo loro modelli di ruolo da seguire e ispirazione per eccellere nel loro campo.

Networking e Opportunità di Carriera

Un periodo di tirocinio in allevamento bovino da latte non solo offre ai giovani veterinari la possibilità di acquisire competenze pratiche e conoscenze specializzate, ma può anche aprire porte a nuove opportunità di carriera. Durante il tirocinio, i praticanti possono stabilire connessioni professionali e creare una rete di contatti nel settore dell’allevamento, che può essere preziosa per il loro futuro professionale. Queste connessioni possono portare a opportunità di lavoro, collaborazioni o altre forme di coinvolgimento nell’industria zootecnica.

OPPORTUNITA’ per TE

Presso il Centro Veterinario San Martino, da anni, ogni anno è disponibile almeno una posizione per tirocinio buiatrico, aperta a tutti, meritocratica di cui si sono avvalsi numerosi neolaureati.

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Firmato Dr. Marmiroli Mauro


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24/Dic/2023


Articolo di riflessione di fine 2023 …….. (semplici considerazioni del Dr. Marmiroli Mauro – Medico Veterinario)

Nel mondo frenetico di oggi, in cui il consumismo spesso prevale sul valore del lavoro agricolo, gli allevatori italiani di bovine da latte si ergono come esempi tangibili di resilienza e determinazione.

In contrasto con una società che talvolta sembra incline verso un’economia basata sull’effimero e sul consumo, gli allevatori rappresentano un baluardo di tradizione, producendo un bene essenziale: il cibo. In questo articolo, esploreremo il ruolo degli allevatori italiani come esempi di resilienza e dedizione, confrontandoli con una società che talvolta sembra perdere di vista l’importanza della produzione alimentare.

L’Allevatore come Modello di Resilienza

Gli allevatori italiani di bovine da latte incarnano i valori fondamentali della resilienza e della determinazione. Ogni giorno, affrontano sfide uniche nel garantire la salute e il benessere del loro bestiame, nonché nella produzione di latte di alta qualità per il consumo umano. Questi imprenditori agricoli devono essere pronti a fronteggiare le avversità, come le malattie animali, le fluttuazioni dei prezzi del latte e le condizioni meteorologiche avverse, dimostrando una straordinaria forza di volontà nel perseguire il loro obiettivo di produzione alimentare sostenibile.

La Società del Consumismo e lo Smart Working

In contrasto con la resilienza degli allevatori, la società moderna talvolta sembra incline verso un’economia basata sul consumismo e sull’effimero. Lo smart working, sebbene offra flessibilità e comodità, può anche contribuire a una cultura del lavoro distante dalla produzione tangibile. In un mondo in cui la produzione di beni alimentari è spesso trascurata, gli allevatori italiani emergono come un faro di speranza, rappresentando una connessione tangibile con la terra e con il valore intrinseco della produzione alimentare.

Imparare dagli Allevatori: Valorizzare la Produzione Alimentare

Gli allevatori italiani di bovine da latte offrono una lezione importante sulla necessità di valorizzare la produzione alimentare nella società moderna. In un’epoca in cui la connessione con la terra e con il cibo che consumiamo è spesso persa, gli allevatori ci ricordano l’importanza di coltivare un legame profondo con ciò che mangiamo. La resilienza e la dedizione degli allevatori ci invitano a riflettere sul valore intrinseco della produzione alimentare e sull’importanza di sostenere i produttori locali e le pratiche agricole sostenibili.

Conclusioni

Gli allevatori italiani di bovine da latte sono un esempio di resilienza e determinazione in un mondo spesso dominato dal consumismo e dall’effimero. La loro dedizione alla produzione alimentare sostenibile ci ricorda l’importanza di valorizzare la terra e i suoi frutti. In un’epoca in cui la connessione con la terra e con il cibo che consumiamo è spesso persa, gli allevatori ci invitano a riflettere sul valore intrinseco della produzione alimentare e sull’importanza di sostenere i produttori locali e le pratiche agricole sostenibili.

Buoni propositi per il prossimo 2024, ….. Fate un giro nelle aziende, CHIEDETE il permesso a entrare e fatevi spiegare dal titolare cosa avviene in allevamento tutti i giorni,

capirete cosa c’è dietro un litro di latte (o un kilo di formaggio)


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28/Nov/2023

L’industria zootecnica italiana si basa su un mix diversificato di lavoratori provenienti da tutto il mondo, inclusi numerosi operai indiani. Questi lavoratori portano con sé una vasta gamma di abilità e competenze, ma spesso si scontrano con la barriera linguistica nel contesto lavorativo italiano. In questo articolo, esploreremo le sfide linguistiche che gli operai indiani affrontano nelle stalle italiane, con particolare attenzione alle aree della mungitura e della vitellaia, che richiedono competenze specifiche di gestione degli animali.

Sfide Linguistiche nell’Ambiente di Lavoro

Nel cuore delle stalle italiane, la comunicazione efficace è essenziale per garantire il benessere degli animali e la produttività dell’allevamento. Tuttavia, la diversità linguistica degli operai indiani, che provengono da regioni con oltre 22 lingue ufficiali, può complicare la comunicazione sul posto di lavoro. Questa sfida è particolarmente evidente nelle aree della mungitura e della vitellaia, dove la comunicazione immediata e precisa è essenziale per garantire la salute e il benessere degli animali.

Sfide Specifiche nella Mungitura e nella Vitellaia

La mungitura è un’attività delicata che richiede competenze specifiche di gestione degli animali e familiarità con le procedure di igiene. La comunicazione tra i lavoratori è essenziale per garantire una mungitura efficiente e senza stress per gli animali. Tuttavia, le differenze linguistiche possono complicare questo processo, rallentando le operazioni e aumentando il rischio di errori.

Anche nella vitellaia, dove vengono allevati i vitelli neonati, la comunicazione è cruciale per garantire la corretta alimentazione, la cura e la salute degli animali. I lavoratori devono essere in grado di comprendere e rispondere prontamente alle esigenze dei vitelli, che possono variare da caso a caso. Le sfide linguistiche possono compromettere questa comunicazione, mettendo a rischio il benessere degli animali e la produttività dell’allevamento.

Strategie per Superare le Sfide Linguistiche

Per affrontare queste sfide, è essenziale adottare strategie mirate che promuovano la comunicazione e la comprensione tra i lavoratori di diverse nazionalità. Corsi di lingua italiana specifici per il settore zootecnico possono aiutare gli operai indiani a sviluppare le competenze linguistiche necessarie per comunicare efficacemente sul posto di lavoro. Inoltre, la formazione pratica sul campo e la supervisione continua possono aiutare i lavoratori a comprendere le procedure e le aspettative del loro ruolo.

Questi compiti sono una specifica responsabilità del datore di lavoro, che si può avvalere del supporto di professionisti come ad esempio il Medico Veterinario

Conclusioni

Affrontare le sfide linguistiche degli operai indiani nelle stalle italiane richiede un impegno congiunto da parte delle aziende zootecniche e dei lavoratori stessi. Soprattutto nelle aree della mungitura e della vitellaia, dove la comunicazione è essenziale per garantire la salute e il benessere degli animali, è importante adottare strategie mirate per superare le barriere linguistiche. Con l’impegno e la collaborazione, è possibile creare un ambiente di lavoro inclusivo e produttivo, che promuova il successo a lungo termine dell’allevamento zootecnico italiano.

 


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28/Ott/2023


Nel settore zootecnico, l’individuazione e il mantenimento di manodopera qualificata rappresentano sfide sempre più significative per le aziende, in particolare per quelle che si occupano dell’allevamento di bovine da latte. La corretta gestione delle stalle è essenziale per garantire il benessere degli animali e la produttività dell’allevamento. Tuttavia, molte aziende si trovano ad affrontare la difficoltà di trovare personale adeguatamente formato e motivato. In questo articolo, esploreremo le cause di questa difficoltà e suggeriremo alcune strategie per affrontare il problema.

Sfide nella Reperibilità della Manodopera Qualificata:

  1. Fuga dall’ambiente rurale: Negli ultimi decenni, molte persone giovani si sono allontanate dalle comunità rurali in cerca di opportunità di lavoro in ambiti urbani. Questo ha creato una carenza di manodopera qualificata nelle zone rurali, comprese quelle dedicate all’allevamento di bovine da latte.
  2. Mancanza di formazione specifica: Il settore zootecnico richiede competenze specializzate che non sempre sono offerte da programmi formativi convenzionali. In particolare, la gestione e la cura del bestiame richiedono una conoscenza approfondita delle esigenze nutrizionali, della salute animale e delle pratiche di allevamento, competenze che non sempre vengono insegnate nei corsi di formazione generale.
  3. Condizioni di lavoro difficili: Lavorare in stalla può essere faticoso e richiedere impegno fisico costante, il che può scoraggiare potenziali lavoratori. Le lunghe ore trascorse in ambienti polverosi e umidi possono rappresentare un deterrente per coloro che cercano un impiego più confortevole.

Strategie per Affrontare il Problema:

  1. Investimento nella Formazione: Le aziende zootecniche possono offrire programmi di formazione interna per sviluppare le competenze del personale esistente e attrarre nuovi talenti. Questi programmi possono includere corsi pratici sull’alimentazione del bestiame, sulla gestione delle malattie e sulla cura del latte.
  2. Incentivi Economici: Offrire salari competitivi e pacchetti di benefit attraenti può rendere l’impiego in stalla più allettante per i potenziali lavoratori. Inoltre, i bonus legati alla produttività e al raggiungimento degli obiettivi possono incentivare il personale a dare il meglio di sé.
  3. Miglioramento delle Condizioni di Lavoro: Investire in tecnologie e strutture moderne può rendere l’ambiente di lavoro più confortevole e sicuro, incentivando la permanenza del personale. Ad esempio, l’installazione di sistemi di ventilazione e riscaldamento può migliorare il comfort degli operatori durante le stagioni più estreme.

Studio di Caso: Successo nell’Attrarre Manodopera Qualificata: Un esempio di successo nell’attrarre manodopera qualificata può essere visto nell’azienda agricola “La Valle dei Bovini” situata nella regione dell’Emilia-Romagna, Italia. L’azienda ha implementato una serie di strategie per migliorare le condizioni di lavoro e offrire opportunità di crescita professionale ai dipendenti. Attraverso l’offerta di corsi di formazione interni, la revisione dei salari e l’implementazione di tecnologie innovative, “La Valle dei Bovini” è riuscita ad attirare e trattenere personale altamente qualificato, garantendo il successo dell’attività.

Conclusioni: Affrontare la difficoltà di reperire manodopera qualificata in stalla è una sfida significativa per molte aziende zootecniche, in particolare quelle dedicate all’allevamento di bovine da latte. Tuttavia, con un approccio strategico e la volontà di investire nelle risorse umane, è possibile superare queste difficoltà e garantire il successo a lungo termine delle operazioni in stalla. La formazione continua, gli incentivi economici e il miglioramento delle condizioni di lavoro possono contribuire significativamente a risolvere questo problema e garantire la sostenibilità dell’allevamento nel tempo.


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20/Set/2023

La decisione su quando fecondare le manze (bovine giovani che non hanno mai partorito) dipende da vari fattori, tra cui la razza, le dimensioni corporee, l’obiettivo dell’allevamento e le condizioni di gestione. Tuttavia, di solito, l’età ideale per fecondare le manze è influenzata dalla loro maturità sessuale e dalla loro capacità di sopportare una gravidanza e parto. Ecco alcune linee guida generali:

  1. Maturità sessuale: Le manze raggiungono la maturità sessuale a diverse età, a seconda della razza e delle condizioni di crescita. In genere, la maturità sessuale si verifica tra i 9 e i 15 mesi di età, ma potrebbe essere più tardi in alcune razze più grandi.
  2. Peso corporeo: Oltre all’età, il peso corporeo è un fattore importante. Le manze dovrebbero raggiungere un peso corporeo adeguato prima di essere fecondate. Un peso corporeo target di solito è compreso tra il 60% e il 65% del peso corporeo adulto atteso per la razza.
  3. Condizioni di salute: Assicurati che le manze siano in buone condizioni di salute e che abbiano completato il loro programma di vaccinazione e siano state sottoposte a controlli veterinari.
  4. Obiettivo dell’allevamento: Se l’obiettivo dell’allevamento è la produzione di carne, le manze possono essere fecondate più precocemente, di solito a partire dai 12-15 mesi di età. Per la produzione di latte, potresti optare per una fecondazione più tarda, a 15-18 mesi o più.
  5. Gestione nutrizionale: Assicurati che le manze abbiano una dieta adeguata per supportare una gravidanza e un parto sani. La nutrizione è fondamentale per garantire che le manze crescano e si sviluppino in modo appropriato prima di concepire.
  6. Programma di allevamento: Segui un programma di allevamento ben pianificato in base agli obiettivi dell’allevamento e alle condizioni specifiche delle manze.
  7. Controllo del ciclo estrale: Monitora il ciclo estrale delle manze per identificare il momento giusto per la fecondazione. Il veterinario può aiutarti a determinare il momento ottimale per l’inseminazione.

In generale, l’età ottimale per fecondare le manze varia ma solitamente si situa tra i 12 e i 15 mesi di età. Tuttavia, è importante considerare tutti i fattori sopra menzionati e personalizzare il piano di fecondazione in base alle specifiche circostanze dell’allevamento. Consulta sempre un veterinario o un esperto in agricoltura per pianificare la fecondazione delle manze in modo adeguato e responsabile.

 


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17/Ago/2023

La quantità di vitelle da allevare dipende da vari fattori, tra cui la tua capacità di gestire l’allevamento, la dimensione delle tue strutture, la disponibilità di risorse, gli obiettivi dell’allevamento e la domanda di bestiame nel tuo mercato locale. Non esiste una risposta universale sulla quantità di vitelle da allevare, poiché le esigenze e le circostanze possono variare notevolmente da un allevamento all’altro. Tuttavia, puoi prendere in considerazione alcuni fattori chiave:

  1. Capacità e risorse: Valuta la tua capacità di gestire e fornire cure a un certo numero di vitelle. Considera la disponibilità di terra, spazio, alloggi, alimentazione, acqua e personale per la cura del bestiame. Assicurati di avere abbastanza risorse per soddisfare le esigenze delle vitelle che intendi allevare.
  2. Mercato: Valuta la domanda di vitelle nel tuo mercato locale o regionale. La quantità di vitelle da allevare dovrebbe essere in linea con la domanda del mercato. Puoi fare ricerche di mercato per determinare il fabbisogno locale di vitelle da carne o da latte.
  3. Obiettivi dell’allevamento: Definisci gli obiettivi del tuo allevamento. Ad esempio, stai cercando di produrre carne da macello, latte, vitelle da riproduzione o un mix di queste opzioni? Gli obiettivi dell’allevamento influenzeranno il numero e il tipo di vitelle da allevare.
  4. Razza e genetica: La razza e la genetica delle vitelle possono influire sulla loro destinazione finale (carne o latte) e sulla loro produttività. Valuta attentamente la razza e la genetica in base agli obiettivi dell’allevamento.
  5. Ciclo di produzione: Il ciclo di produzione delle vitelle può variare a seconda dell’obiettivo. Ad esempio, il ciclo di produzione delle vitelle da carne potrebbe richiedere meno tempo rispetto a quello delle vitelle da latte.
  6. Pianificazione finanziaria: Considera le implicazioni finanziarie dell’allevamento delle vitelle, compresi i costi di acquisto, nutrizione, assistenza veterinaria e altre spese. Pianifica attentamente il tuo budget per garantire la sostenibilità dell’allevamento.

In generale, è consigliabile iniziare con un numero limitato di vitelle e poi espandersi gradualmente in base all’esperienza e alla capacità dell’allevamento. Prima di prendere una decisione definitiva sulla quantità di vitelle da allevare, consulta un veterinario o un esperto in agricoltura per valutare la fattibilità e la pianificazione dell’allevamento in base alle tue specifiche circostanze.


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12/Lug/2023

Proteggere i vitelli dal caldo è essenziale per garantire il loro benessere e prevenire problemi legati al calore, come il colpo di calore o lo stress termico. Ecco alcune misure da adottare per proteggere i vitelli durante le giornate calde:

  1. Fornire ombra: Assicurati che i vitelli abbiano accesso a zone ombreggiate in cui possono ripararsi dal sole diretto. Questo può essere ottenuto tramite capannoni, alberi o tende ombreggianti.
  2. Ventilazione: Mantieni una buona circolazione dell’aria all’interno degli ambienti in cui sono alloggiati i vitelli. L’uso di ventilatori o aperture nelle strutture può aiutare a ridurre la temperatura e migliorare il comfort termico.
  3. Fornire acqua fresca: Assicurati che i vitelli abbiano accesso continuo a una fonte di acqua fresca e pulita. Durante il caldo, possono bere più del solito per mantenere l’idratazione.
  4. Mantenere l’alimentazione: Durante le giornate calde, i vitelli potrebbero mangiare meno a causa dell’abbassamento dell’appetito. Offri loro cibo fresco e nutriente e monitora attentamente l’assunzione alimentare.
  5. Spruzzatori d’acqua o docce: Puoi installare spruzzatori d’acqua o docce per raffreddare l’aria circostante nei capannoni o nelle aree ombreggiate. Questo può aiutare i vitelli a mantenere una temperatura corporea adeguata.
  6. Evitare l’esercizio fisico e il trasporto: Evita di esporre i vitelli a esercizio fisico o al trasporto durante le giornate più calde, se possibile. Il calore può causare stress termico durante tali attività.
  7. Monitoraggio costante: Osserva attentamente i vitelli per segni di stress termico, come respirazione affannosa, salivazione eccessiva, disagio, eccessiva sudorazione o mancanza di coordinazione. In caso di segni di stress termico, prendi immediatamente misure per raffreddare i vitelli, ad esempio offrendo acqua fresca o utilizzando i sistemi di raffreddamento.
  8. Limita l’esposizione al sole: Evita di far pascolare i vitelli durante le ore più calde del giorno. Se possibile, permetti loro di pascolare al mattino presto o nel tardo pomeriggio.
  9. Gestione dell’allevamento: Valuta la gestione complessiva dell’allevamento, inclusi aspetti come la densità animale, per garantire un ambiente confortevole durante il caldo estivo.
  10. Assistenza veterinaria: In caso di condizioni climatiche estreme o di segni di stress termico grave, consulta un veterinario per ricevere assistenza e consulenza specifica.

Proteggere i vitelli dal caldo richiede una pianificazione attenta e una supervisione costante, specialmente durante le giornate più calde dell’estate. Le misure di prevenzione e la cura attenta possono aiutare a mantenere il benessere del bestiame durante i periodi di caldo intenso.


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14/Giu/2023

La vaccinazione dei vitelli è una pratica comune in molti allevamenti bovini ed è generalmente consigliata per proteggere gli animali dalle malattie che possono avere un impatto significativo sulla loro salute e sul rendimento dell’allevamento. Tuttavia, la decisione di vaccinare i vitelli dovrebbe essere basata su una valutazione delle esigenze specifiche dell’allevamento, delle condizioni locali e delle minacce potenziali per la salute del bestiame. Ecco alcune considerazioni importanti:

  1. Malattie endemiche: Se nella tua area sono presenti malattie endemiche o comuni tra il bestiame, la vaccinazione può essere una strategia efficace per prevenirle. Ad esempio, alcune vaccinazioni proteggono contro malattie come le sindromi respiratorie, la diarrea virale bovina (BVD) e la rinotracheite infettiva bovina (IBR).
  2. Esigenze specifiche dell’allevamento: Le esigenze di vaccinazione possono variare a seconda dell’obiettivo dell’allevamento. Ad esempio, gli allevamenti che producono carne possono avere esigenze diverse rispetto agli allevamenti lattiero-caseari.
  3. Istruzioni veterinarie: Consulta sempre un veterinario esperto in bestiame per stabilire un piano di vaccinazione appropriato. Il veterinario può valutare la situazione specifica del tuo allevamento e raccomandare le vaccinazioni più adatte alle tue esigenze.
  4. Prevenzione delle malattie: La vaccinazione è uno strumento importante per prevenire la diffusione di malattie contagiose all’interno della tua mandria. Può anche contribuire a prevenire la diffusione di malattie zoonosiche che potrebbero essere trasmesse agli esseri umani.
  5. Costi e benefici: Valuta attentamente i costi e i benefici delle vaccinazioni. Mentre le vaccinazioni possono essere un investimento importante, la prevenzione delle malattie può aiutarti a evitare perdite economiche dovute alla morbilità e alla mortalità del bestiame.
  6. Programma di vaccinazione: Crea un programma di vaccinazione ben pianificato e segui le raccomandazioni del tuo veterinario per il momento e la frequenza delle vaccinazioni.
  7. Regolamenti locali: Assicurati di essere a conoscenza dei regolamenti locali e delle linee guida sulla vaccinazione del bestiame, compresi i requisiti per la registrazione delle vaccinazioni.

In generale, la vaccinazione dei vitelli può essere un elemento importante nella gestione sanitaria dell’allevamento e nella prevenzione delle malattie. Tuttavia, è fondamentale prendere decisioni informate basate sulle condizioni specifiche del tuo allevamento e sulla consulenza di un veterinario esperto.

 


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21/Mag/2023


Misurare la qualità del colostro della bovina è importante perché il colostro di alta qualità fornisce ai vitelli le proteine, gli anticorpi e i nutrienti necessari per costruire un sistema immunitario forte e prosperare nelle prime fasi della loro vita. Ecco come puoi valutare la qualità del colostro:

  1. Misurare la concentrazione di anticorpi (IgG): La quantità di immunoglobuline G (IgG) nel colostro è un indicatore chiave della sua qualità. Puoi utilizzare un rifrattometro per misurare la concentrazione di IgG nel colostro. Idealmente, il colostro dovrebbe contenere almeno 50 grammi di IgG per litro. Se la concentrazione è inferiore, il colostro può essere considerato di scarsa qualità.
  2. Valutare la chiarezza e il colore: Il colostro di alta qualità è solitamente trasparente o leggermente torbido e ha un colore giallastro o dorato. Il colostro che è molto scuro o ha particelle visibili potrebbe essere di qualità inferiore.
  3. Misurare la densità specifica: La densità specifica del colostro può essere misurata con un igrometro o un densimetro. Il colostro di alta qualità ha una densità specifica superiore a 1,050.
  4. Osservare il flusso: Un altro indicatore di colostro di alta qualità è la sua capacità di fluire facilmente attraverso un biberon o un bicchiere. Il colostro di scarsa qualità può essere più denso e meno fluido.
  5. Testare i gradi BRIXX: Puoi eseguire un test semplice con un rifrattometro digitale, che è acquistabile su internet, che ti fornisce in pochi secondi il livello di gradi Brixx del colostro. questo è il metodo più semplice e affidabile. si considera colostro di buona qualità solo quando ha più di 25 gradi Brixx
  6. Misurare il pH: Il pH del colostro può variare, ma un pH neutro (circa 7) è preferibile. Il pH molto acido o molto basico potrebbe indicare problemi di qualità.
  7. Valutazione del rendimento della vacca: La produzione di colostro è influenzata anche dalla salute e dalla dieta della bovina. Bovine sane e ben alimentate tendono a produrre colostro di migliore qualità.

È importante notare che la qualità del colostro può variare da una bovina all’altra e può essere influenzata da fattori come l’età della bovina e la gestione dell’allevamento. Un programma di monitoraggio regolare della qualità del colostro è essenziale per garantire che i vitelli ricevano il migliore inizio possibile nella vita. Se hai dubbi sulla qualità del colostro o sulla gestione dell’allevamento, consulta un veterinario o un esperto in agricoltura o zootecnia o nutrizione animale.


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10/Apr/2023

I fabbisogni nutrizionali dei vitelli variano a seconda dell’età, del peso corporeo e del loro stato di salute. Tuttavia, ecco una panoramica generale dei principali nutrienti di cui i vitelli hanno bisogno:

  1. Proteine: Le proteine sono fondamentali per la crescita e lo sviluppo muscolare. I vitelli hanno bisogno di una fonte di proteine di alta qualità, che possono provenire dal latte materno o dal sostituto del latte nei primi mesi di vita. Successivamente, il mangime concentrato e il fieno possono fornire proteine ​​essenziali.
  2. Carboidrati: I carboidrati forniscono energia ai vitelli. Il latte materno contiene carboidrati, ma una volta svezzati, i vitelli ottengono energia dai carboidrati presenti nel fieno, nell’erba e nel mangime concentrato.
  3. Grassi: I grassi forniscono energia e sono fondamentali per il corretto sviluppo del sistema nervoso e degli organi interni. Il latte materno è naturalmente ricco di grassi. Il sostituto del latte e il mangime concentrato dovrebbero anche contenere una quantità adeguata di grassi.
  4. Fibre: Le fibre provenienti da fieno e erba aiutano nella digestione dei vitelli e nel mantenimento di un sistema digerente sano.
  5. Vitamine: Le vitamine sono essenziali per varie funzioni fisiologiche. I vitelli hanno bisogno di vitamine come la vitamina A, la vitamina D, la vitamina E e la vitamina K, che possono essere fornite attraverso una dieta equilibrata.
  6. Minerali: I minerali come il calcio, il fosforo e il sodio sono essenziali per la crescita, la formazione delle ossa e il mantenimento della salute generale. Assicurati che il mangime concentrato e la dieta dei vitelli contengano quantità adeguate di minerali.
  7. Acqua: L’acqua è essenziale per l’idratazione e la digestione. I vitelli dovrebbero avere accesso a una fonte di acqua fresca in tutto momento.
  8. Probiotici e prebiotici: Questi aiutano a mantenere un equilibrio sano della flora intestinale, migliorando la digestione e l’assorbimento dei nutrienti.
  9. Alimentazione specifica per l’età: I fabbisogni nutrizionali cambiano con l’età dei vitelli. Le vitelle neonate hanno bisogno principalmente di latte o sostituto del latte, mentre le vitelle più grandi richiedono un’adeguata quantità di fieno, erba e mangime concentrato.
  10. Monitoraggio: È importante monitorare attentamente il peso e la condizione corporea dei vitelli per adattare la loro dieta in modo appropriato.

Per garantire una nutrizione adeguata, è consigliabile consultare un veterinario o un esperto in agricoltura per sviluppare un piano alimentare specifico in base alle esigenze dei tuoi vitelli. Questo piano dovrebbe considerare l’età, il peso, la razza e le condizioni di salute individuali dei vitelli.

 





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